Multa da 5000 euro se guardi Streaming Community: l’IP ti incastra

Dopo anni passati a colpire soprattutto lo streaming illegale di eventi sportivi, l’AgCom ha deciso di allargare il tiro. Ora la battaglia si sposta anche su film, serie TV e documentari, terreno fertile per chi cerca contenuti gratis online. Tra i nomi più noti spunta ancora una volta quello di Streaming Community, piattaforma diventata il simbolo di questa nuova ondata di pirateria digitale.

Streaming Community nel mirino

All’apparenza sembra un sito comodo: niente registrazioni, tutto a portata di clic. Ma dietro quell’interfaccia semplice si nasconde un sistema di distribuzione illegale gestito da reti criminali. I video, spesso rubati da piattaforme a pagamento, vengono rilanciati su nuovi domini ogni volta che il precedente viene bloccato. Nel frattempo, gli utenti si ritrovano sommersi da pubblicità fastidiose e tracciamenti.
Il commissario AgCom, Massimiliano Capitanio, non ha usato mezzi termini: “È una piattaforma illegale”. E ha aggiunto che chi la utilizza rischia non solo di violare il copyright, ma anche di condividere inconsapevolmente i propri dati personali. Nonostante i vari tentativi di oscurarlo, Streaming Community riesce puntualmente a riapparire con un nome diverso, sfuggendo anche al sistema Piracy Shield pensato per bloccare lo streaming sportivo in tempo reale.

Multa fino a 5000 euro: cosa rischiano gli utenti

Nelle ultime settimane si è parlato molto della possibilità di multe fino a 5000 euro per chi accede più volte a siti di streaming pirata. Ma come fanno a scoprire chi guarda cosa? Tutto ruota intorno all’indirizzo IP, una sorta di “targa digitale” che identifica ogni dispositivo connesso a Internet.
Quando un sito finisce sotto indagine, le autorità possono anche chiedere ai provider di collegare quell’IP ad un nome preciso. Significa che anche un accesso innocente lascia comunque una traccia. E se la piattaforma è illegale, quella traccia può bastare per far scattare la sanzione.

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