Torna a parlare Sonia Bruganelli. La produttrice, autrice di un libro in cui si è raccontata a 360°, toccando corde che la trasformano (quasi) in un’amica, capace di capire le problematiche personali di chi si presta alla lettura di Solo quello che rimane. Intervenuta ai microfoni del magazine Chi la Bruganelli parla proprio del suo ultimo lavoro. “Pensare di andare così in fondo in questo libro? Non pensavo, ma poi ogni cosa che io faccio è totale, pur dicendomi ogni volta che la prossima volta mi farò coinvolgere meno, poi non ci riesco mai“, rivela la classe ’74.

L’amore con Bonolis
Non manca poi un riferimento al suo ex marito. Una storia difficile ma, comunque, vera. “Una rapporto complicato con Bonolis? Più che altro abbiamo avuto dei tempi sbagliati, quando io volevo essere in due, Paolo era in piena ascesa, ho dovuto fare i conti con la sua popolarità, con il fatto che non potevamo prenderci per mano e passeggiare in via del Corso… Poi lui con il suo matrimonio finito, i suoi figli lontani… Per il suo passato ha aspettato prima di riaffrontare una convivenza. Quando poi, invece, dopo l’aborto – “l’evento”, dal libro di Annie Ernaux che ho citato… Paolo non si sentiva pronto. Quando abbiamo deciso di sposarci poi è stato il contrario, lui voleva la coppia, io l’indipendenza: non volevo essere presa in televisione in quanto fidanzata di…”.

Silvia
Non manca, ovviamente, un passaggio sulla figlia Silvia, nata con una grave cardiopatia. “Quando mia figlia Silvia è nata con una grave cardiopatia che ha richiesto un intervento chirurgico immediato subito dopo la nascita. Purtroppo, una complicanza post-operatoria ha causato un’ipossia cerebrale, che ha provocato danni neurologici permanenti… Quella è stata la cosa. In quel periodo – rivela la Bruganelli – per la prima volta ho letto su Facebook ‘La moglie di Bonolis non prende in braccio la sua bambina in terapia intensiva’. In quel periodo ho sentito, visto e vissuto di tutto, è stato l’inferno”. Una malattia che non ha mai scalfito l’amore di Sonia per la sua adorata Silvia. “È vita, non ho ucciso, né rapinato, né violentato nessuno. È solo tutto quello che ho nascosto su Instagram, facendo vedere tutto il superfluo. Allora il fulcro del libro è proprio questo, accettare che la mia prima figlia si chiama Maria Silvia Bonolis. È nata il 23 dicembre del 2002. E basta. Tutto il resto, tutto quello che ci ha devastato, ora non c’è più. Non è accaduto in un momento. Lentamente ho capito che mia figlia la stavo ammalando io. Guardandola ogni giorno con gli occhi del dolore per quello che lei non faceva, senza rendermi conto che lei non sapeva neanche che fosse possibile farlo. Finché è stata lei a dirmi: ‘Perché sei triste se io guardo la televisione, ascolto la musica o mangio il gelato? Perché quando mi guardi sei sempre triste?’. Mi sono detta: ‘Ma fino a quando vorrai ancora punirla questa tua bambina?'”.





