Una truffa ben orchestrata e cinica durata oltre vent’anni è giunta a una conclusione eclatante: un monito per i “furbetti”.
Un uomo in Campania, che percepiva indebitamente la pensione di invalidità e l’indennità di accompagnamento per cecità assoluta, è stato smascherato e tratto in arresto.

Le indagini della Guardia di Finanza hanno dimostrato che l’uomo era in realtà solo ipovedente, perfettamente in grado di muoversi autonomamente e di condurre una vita quotidiana senza alcuna necessità di assistenza costante. Il caso è emblematico della determinazione con cui le autorità perseguono la truffa aggravata ai danni dello Stato e dell’INPS.
Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, gli inquirenti hanno eseguito un’ordinanza di arresti domiciliari sia nei confronti dell’uomo che della moglie, ritenuta complice nel ventennale raggiro. Entrambi sono ora accusati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e di falso ideologico in atti pubblici.
Le prove della frode e un monito per tutti
Per 20 anni, l’indagato aveva convinto le commissioni mediche di essere totalmente privo della vista. Tuttavia, i finanzieri hanno raccolto prove inequivocabili attraverso prolungate attività di pedinamento e osservazione.

Il finto cieco è stato documentato mentre si orientava senza difficoltà in spazi affollati, riconosceva luoghi non abituali e, in modo particolarmente incriminante, utilizzava il bancomat e contava il resto dopo aver fatto la spesa, riponendo il denaro nel portafoglio con precisione. Si tratta di gesti quotidiani che hanno smentito in maniera categorica la sua condizione dichiarata di cecità totale.
Secondo la Procura, questo comportamento fraudolento non ha rappresentato soltanto l’inganno a medici o commissioni, ma un danno diretto all’intera collettività. Ogni euro percepito indebitamente sottrae risorse preziose alle casse pubbliche, penalizzando i cittadini onesti e i veri disabili che necessitano di sostegno. Nella fase iniziale delle indagini, la Guardia di Finanza aveva disposto il sequestro preventivo di beni per 125mila euro, una somma che copre gran parte dei circa 150mila euro sottratti illegalmente in virtù del beneficio destinato alla cecità assoluta.
Successivamente alla segnalazione all’INPS, i coniugi hanno persino tentato di difendere la loro posizione presentando documentazione medica che è risultata falsificata, risalente addirittura al 2010. La frode è stata definitivamente confermata grazie all’intervento di un medico oculista consulente della Procura, che ha escluso categoricamente l’assenza totale di vista. Il caso di questione è un monito per tutti: simulare una disabilità per ottenere benefici non dovuti costituisce reato. L’articolo 640-bis del Codice Penale sanziona la truffa aggravata ai danni dello Stato con la reclusione fino a sette anni e impone la restituzione integrale delle somme percepite.