Lavorare in nero non è mai corretto, ma cosa accade se si vuole svolgere un qualsiasi servizio, il cliente ci chiede la fattura e noi non abbiamo la P.IVA? C’è la soluzione.
“Mi faresti un’imbiancatura a casa? Solo che mi serve la fattura.” Oppure: “Devo fare un trasloco, ma puoi darmi una ricevuta?” Chi fa lavori occasionali di qualsiasi entità sa benissimo quanto frasi del genere possano essere destabilizzanti. E in un Paese che – senza voler fare per forza moralismo – gira spesso attorno al lavoro in nero, questa situazione può diventare problematica. Eppure, una via legale c’è (sia che a pagare sia un privato, sia che sia un’azienda).
E nella maggior parte dei casi non comporta alcun rischio, sebbene molte persone tremino davanti a qualsiasi questione fiscale. Il foglio in questione, in realtà, non è nulla di complesso: si chiama ricevuta per prestazione occasionale.
Non servono meccanismi strani o giri burocratici: si può emettere questa ricevuta fino a un massimo di 5.000€ annui. Questo, indipendentemente dal fatto che si sia lavoratori dipendenti che vogliono arrotondare, inoccupati o disoccupati che percepiscono la Naspi. Ma come funziona esattamente? Spieghiamolo in maniera semplice, perché questo argomento vale davvero la pena di essere approfondito.
Il documento si trova ovunque: basta scrivere su Google ‘ricevuta per prestazione occasionale’ e si apre un mondo. È un foglio semplice, che si può compilare a mano o al PC. Ma cambia tutto a seconda di chi ti paga.
Se si tratta di un privato – tipo la vicina che ti chiede un imbiancamento – non ci sono tasse da trattenere: ricevi tutto e nella ricevuta va indicato che il committente non è un sostituto d’imposta. Se invece ti paga un’azienda, il 20% viene trattenuto e versato allo Stato. Quindi, se pattuisci 150€, ne ricevi 120.
Poi? Basta conservare la ricevuta e inserirla nel 730 o portarla al CAF per l’ISEE. Se resti sotto i 5.000€ annui, quasi sempre non cambia nulla. Se ti ha pagato un privato, potrebbero applicarti una piccola tassa nel 730, ma parliamo di cifre irrisorie.
Discorso più delicato se percepisci la Naspi: devi comunicare subito all’INPS la prestazione (anche solo di 150 €) tramite NASpI-Com. Se l’importo è basso, ti tolgono solo pochi euro al mese, oppure niente. Ma se non lo dichiari, rischi la sospensione o il recupero della disoccupazione. Meglio non rischiare.
Ultima cosa spesso sottovalutata: se hai comprato materiale, meglio farsi rimborsare a parte con scontrini allegati, così non viene tassato nel totale della ricevuta. E purtroppo no: questa ricevuta non dà diritto a chi riceve i lavori di detrarli con il Superbonus. Questo è uno dei pochi casi in cui cui serve una fattura vera da ditta con P.IVA.
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