Ti chiedono la fattura ma non hai la partita IVA? Usa questo foglio e sei in regola

Lavorare in nero non è mai corretto, ma cosa accade se si vuole svolgere un qualsiasi servizio, il cliente ci chiede la fattura e noi non abbiamo la P.IVA? C’è la soluzione.

“Mi faresti un’imbiancatura a casa? Solo che mi serve la fattura.” Oppure: “Devo fare un trasloco, ma puoi darmi una ricevuta?” Chi fa lavori occasionali di qualsiasi entità sa benissimo quanto frasi del genere possano essere destabilizzanti. E in un Paese che – senza voler fare per forza moralismo – gira spesso attorno al lavoro in nero, questa situazione può diventare problematica. Eppure, una via legale c’è (sia che a pagare sia un privato, sia che sia un’azienda).

Braccia di due persone che si scambiano denaro (banconote da 50€) e sfondo rosso
Ti chiedono la fattura ma non hai la partita IVA? Usa questo foglio e sei in regola – elimobile.it

E nella maggior parte dei casi non comporta alcun rischio, sebbene molte persone tremino davanti a qualsiasi questione fiscale. Il foglio in questione, in realtà, non è nulla di complesso: si chiama ricevuta per prestazione occasionale.

Non servono meccanismi strani o giri burocratici: si può emettere questa ricevuta fino a un massimo di 5.000€ annui. Questo, indipendentemente dal fatto che si sia lavoratori dipendenti che vogliono arrotondare, inoccupati o disoccupati che percepiscono la Naspi. Ma come funziona esattamente? Spieghiamolo in maniera semplice, perché questo argomento vale davvero la pena di essere approfondito.

Come funziona davvero la prestazione occasionale (senza farsi venire l’ansia)

Il documento si trova ovunque: basta scrivere su Google ‘ricevuta per prestazione occasionale’ e si apre un mondo. È un foglio semplice, che si può compilare a mano o al PC. Ma cambia tutto a seconda di chi ti paga.

Fac-simile ricevuta prestazione occasionale
Come funziona davvero la prestazione occasionale(senza farsi venire l’ansia) – (ESEMPIO DEL DOCUMENTO NON ORIGINALE) – elimobile.it

Se si tratta di un privato – tipo la vicina che ti chiede un imbiancamento – non ci sono tasse da trattenere: ricevi tutto e nella ricevuta va indicato che il committente non è un sostituto d’imposta. Se invece ti paga un’azienda, il 20% viene trattenuto e versato allo Stato. Quindi, se pattuisci 150€, ne ricevi 120.

Poi? Basta conservare la ricevuta e inserirla nel 730 o portarla al CAF per l’ISEE. Se resti sotto i 5.000€ annui, quasi sempre non cambia nulla. Se ti ha pagato un privato, potrebbero applicarti una piccola tassa nel 730, ma parliamo di cifre irrisorie.

Discorso più delicato se percepisci la Naspi: devi comunicare subito all’INPS la prestazione (anche solo di 150 €) tramite NASpI-Com. Se l’importo è basso, ti tolgono solo pochi euro al mese, oppure niente. Ma se non lo dichiari, rischi la sospensione o il recupero della disoccupazione. Meglio non rischiare.

Ultima cosa spesso sottovalutata: se hai comprato materiale, meglio farsi rimborsare a parte con scontrini allegati, così non viene tassato nel totale della ricevuta. E purtroppo no: questa ricevuta non dà diritto a chi riceve i lavori di detrarli con il Superbonus. Questo è uno dei pochi casi in cui cui serve una fattura vera da ditta con P.IVA.

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