Dopo una lunga trattativa e molti giorni di attesa c’è l’ufficialità. Lo Spid continuerà ad essere al centro dei servizi digitali italiani. Cosa comporta il nuovo accordo con i gestori.
Durerà altri cinque anni l’accordo statale sullo Spid, ovvero il sistema che consente a cittadini ed imprese di accedere ai servizi pubblici online attraverso una sola identità digitale. Il Sistema pubblico di identità digitale (Spid, appunto) è stato al centro di una trattativa durata settimane.

Sono stati tre i soggetti principali a confrontarsi e che nelle scorse ore hanno siglato l’accordo. Il primo è l’Agenzia per l’Italia digitale (Agid), che ha il compito di sviluppare e coordinare la strategia digitale nella Pubblica amministrazione. Il secondo, il Dipartimento per la trasformazione digitale (Dtd) effettua una sorta di supervisione per la transizione digital. Il Dipartimento, guidato dal sottosegretario Alessio Butti, è alle dirette dipendenze della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
L’ultimo soggetto che si è seduto al tavolo delle trattative è stato Assocertificatori. Quest’ultimo rappresenta tutti gli identify provider privati, ovvero chi rilascia e gestisce nei fatti le identità digitali Spid. In Assocetificatori ci sono proprio tutti: da Tim ad Aruba, da Poste a Namiral e così via.
Spid, accordo trovato fino al 2030: il dibattito sulla Cie
L’intesa raggiunta garantisce a questo punto la continuità della gestione del servizio fino al 2030. Il tavolo ha visto riconosciuta la stretta collaborazione tra pubblico e privato come modello virtuoso a livello nazionale ed europeo.
Uno degli ostacoli da superare era certamente l’ampio dibattito circa l’opportunità di mantenere lo Spid a fronte dell’introduzione della Carta d’identità elettronica. La Cie, infatti, ha ormai pressoché la stessa funzione dell’identità digitale. Con la differenza che la Carta, essendo anche fisica ma dotata di tecnologia nfc, può essere trasportata. Inizialmente il governo avrebbe voluto abbandonare lo Spid a favore della Cie, ma ci si è posti il problema di un sistema ormai diffuso e importante per milioni di aziende e cittadini italiani.

Tagliare di colpo lo Spid è dunque apparso impossibile visti i 41 milioni di utenti attivi e i miliardi di accessi ai servizi tramite esso. A questo punto, con ogni probabilità, l’obiettivo sarà quello di integrare ed armonizzare i due sistemi digitali anche con l’It wallet, ovvero il portafoglio virtuale che conterrà tutto, compresa patente e tessera sanitaria. Per farlo, è stato istituito un tavolo tecnico permanente, lo sviluppo di Spid dedicato a studi professionali e imprese oltre che per le persone fisiche com’è stato sinora, ed il costante dialogo con gli altri sistemi europei.
Nel nuovo accordo sono previsti poi strumenti per monitorare costantemente le identità. Lo scopo è garantire maggiore sicurezza contro le truffe e i furti di informazioni personali. Non è stato ancora del tutto chiarito il nodo dei costi, in quanto i provider più volte hanno dovuto scontrarsi con i ritardi dei fondi previsti dal governo per la gestione. Da ciò deriverà l’eventuale canone che i gestori richiederanno agli utenti per continuare ad “ospitare” lo Spid sui propri server o per chi vorrà dotarsi di una nuova identità digitale.