Pulse-Fi trasforma il WiFi di casa in un sensore capace di misurare battito e respiro con precisione clinica.
Negli ultimi anni gli smartwatch sono diventati compagni inseparabili di milioni di persone che si affidano a questi orologi intelligenti capaci di contare passi, analizzare il sonno, misurare ossigeno e pressione, controllare la frequenza cardiaca.
Ebbene, questo dominio che, almeno fino ad oggi, sembrava inattaccabile pare destinato a giungere al capolinea: un gruppo di ingegneri della University of California, Santa Cruz ha presentato un sistema che potrebbe mettere in discussione questo scenario – si chiama Pulse-Fi e utilizza il segnale WiFi di un router per rilevare i parametri vitali di chi gli sta intorno.
L’idea alla base è sorprendente ma semplice: i nostri movimenti, anche quelli invisibili come il battito del cuore o il respiro, modificano leggermente le onde elettromagnetiche che attraversano l’ambiente. Pulse-Fi intercetta queste variazioni e, grazie a un algoritmo di intelligenza artificiale, le traduce in dati medici.
Per arrivare a questo risultato, i ricercatori hanno dovuto affrontare una sfida enorme: distinguere i minuscoli segnali prodotti dal corpo umano da tutte le altre interferenze domestiche, come quelle generate da elettrodomestici o spostamenti casuali. A risolvere il problema è stato un modello di apprendimento automatico capace di isolare con precisione i cambiamenti causati dal battito.
I test effettuati su 118 volontari hanno mostrato risultati sorprendenti. Dopo appena cinque secondi di analisi, Pulse-Fi è riuscito a misurare la frequenza cardiaca con un margine di precisione paragonabile a quello degli strumenti clinici. Inoltre, la tecnologia funziona indipendentemente dalla posizione del soggetto: in piedi, sdraiato, in movimento e persino a tre metri dal router.
Per ora si tratta di una sperimentazione, ma le potenzialità sono enormi. Il team californiano sta lavorando per estendere Pulse-Fi anche al monitoraggio della respirazione, con l’obiettivo di supportare la diagnosi di disturbi come l’apnea notturna. In prospettiva, un semplice router di casa potrebbe trasformarsi in un alleato silenzioso della salute, capace di controllare i parametri vitali senza bisogno di sensori indossabili.
Naturalmente non mancano i dubbi (e qui veniamo alle preoccupazioni citate): l’uso di un sistema che raccoglie dati così intimi attraverso le reti wireless apre interrogativi sulla privacy e sulla gestione delle informazioni sensibili. Tuttavia, dal punto di vista scientifico, questa ricerca segna un passaggio cruciale: un oggetto quotidiano come il WiFi può diventare un sofisticato strumento medico, aprendo scenari che fino a pochi anni fa appartenevano solo alla fantascienza.
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